Il segreto di un buon piatto? Ingredienti selezionati, materie prime di alta qualità, preparazione effettuata a regola d’arte secondo la ricetta. Ci si dimentica quasi sempre, però, che la bontà di un alimento o di un piatto cucinato dipende in larga parte anche dalla sua corretta conservazione. E no, non basta mettere tutto nel frigorifero per avere la coscienza a posto; c’è un’arte anche nella conservazione dei cibi, e va assolutamente conosciuta.
La conservazione corretta degli alimenti svolge un ruolo più che fondamentale: oltre a preservare le proprietà organolettiche, infatti, ci difende dal rischio di intossicazioni alimentari. Non si tratta solo di data di scadenza bensì di rispettare alcune semplici ma importantissime norme per conservare correttamente ogni cibo a seconda della sua natura e freschezza, nonché di prendere qualche buona abitudine che, è il caso di dirlo, può salvarci la vita.
Cibo scaduto oppure no?
Il primo grande dubbio che assale i consumatori riguarda la data di scadenza degli alimenti. C’è chi la rispetta con inflessibile precisione e chi la interpreta in maniera un po’ elastica. La verità sta nel mezzo, o meglio ha due facce: la data di scadenza è un termine ultimo tassativo, che va assolutamente rispettato, mentre il termine minimo di consumo (“da consumarsi preferibilmente entro il…”) è un suggerimento non vincolante.
Esso indica che oltre quella data il prodotto potrebbe non conservare le sue caratteristiche organolettiche, ma non ne vieta il consumo entro tempi brevi; la data di scadenza è invece perentoria, essendo giustificata da precisi motivi igienico-sanitari. Un consiglio per non commettere errori? Ordinare i prodotti nel frigorifero in base alla data di scadenza e posizionare le confezioni in modo che quest’ultima sia ben visibile anche a una rapida occhiata.
Proprio l’ordine nel frigorifero è il segreto di un consumo consapevole. Oltre che alle date di scadenza, bisogna prestare attenzione alla deperibilità degli alimenti; cibi freschi come latte e uova vanno nei ripiani più alti, carne e pesce invece, altamente deperibili, nei ripiani più bassi, sopra al cassetto di frutta e verdura. Senza accostare crudo e cotto: i batteri presenti sui cibi crudi potrebbero contaminare quelli cotti, pronti al consumo.
Il potere del freddo
Il freezer occupa sempre più spazio nelle nostre case e a buona ragione: è uno strumento ottimale per la conservazione dei cibi. Va usato con coscienza però: innanzitutto avendo ben presente che non elimina l’attività dei microrganismi, si limita a rallentarla. La carica batterica di un cibo, dunque, riprenderà a crescere una volta scongelato. Il freezer non deve dunque essere inteso come rifugio ultimo per cibi in via di deperimento.
Interessante è invece la capacità del congelamento di annullare la carica virale di alcuni parassiti, ma le due cose non sono da confondere. Per una conservazione perfetta bisogna congelare gli alimenti nel modo corretto e consumarli entro un tempo ragionevole, che dipende dalla temperatura che il freezer riesce a raggiungere; solitamente i tempi massimi di conservazione dei diversi cibi sono indicati all’interno del freezer stesso, espressi in mesi.
La dispensa perfetta
Anche i cibi che non necessitano di essere refrigerati devono essere conservati correttamente: la dispensa deve essere un luogo fresco, buio e asciutto. Una volta aperti, i cibi confezionati potrebbero dover essere conservati in frigo; leggere le indicazioni di conservazione – e non fidarsi del sentito dire – è sempre una buona norma. Quelli da conservare in dispensa vanno chiusi in contenitori ermetici, per l’acquisto dei quali c’è ormai solo l’imbarazzo della scelta.